File e cartelle

All’autore è richiesto di inviare il manoscritto unicamente nei formati Word.doc o .docx.

Criteri di composizione dei file consegnati (per i collaboratori NON impaginatori)

Il testo deve avere il minor numero di formattazioni possibile, che significa per esempio:

– niente spazi sopra o sotto i capoversi impostati con lo strumento “Formato paragrafo” (gli unici spazi richiesti sono quelli imposti con l’acapo)
– niente elenchi puntati o numerati impostati con lo strumento “Elenchi puntati o numerati”; si mette solo il segno o il numero dell’elenco, seguito spazio e poi il testo
– non usare gli stili preimpostati di Word
– non realizzare l’indice del volume con lo strumento “Indice”
– l’apice singolo deve essere inclinato ’ non dritto ‘
– non inserire il rientro di prima riga imposto con la tabulazione
– segnalare gli infratesti con un carattere colorato (NON evidenziato), così che durante l’impaginazione si possano riconoscere a vista
– se il testo li prevede, è necessario segnalare opportunamente sul file (in colorato o sottolineato – NON evidenziato) accenti particolari, glifi, caratteri non latini (cirillico, greco, ebraico, arabo, ecc.), poiché durante l’impaginazione viene modificato il font e potrebbero diventare non visibili
– se il testo prevede paragrafi e sottoparagrafi, titoli dei paragrafi andranno in tondo, dei sottoparagrafi in corsivo; nel caso della presenza di sotto-sottoparagrafi, i loro titoli andranno sempre in bold, evidenziare i titoli di paragrafi e sotto-paragrafi con uno spazio sopra e uno sotto.

N.B. Verificare sempre che la lingua del testo sia posizionata su italiano.

 

Punteggiatura, trattini e virgolette

– evitare con attenzione i doppi spazi tra le parole, lo spazio prima dei segni di interpunzione e lo spazio dopo aver aperto e prima di aver chiuso le parentesi e le virgolette
– dopo la punteggiatura va un solo spazio
– prima della parentesi di apertura non va mai la virgola
– dopo le virgolette e le parentesi di apertura non va nessuno spazio
– fare attenzione che in un testo in tondo siano in tondo i segni di punteggiatura che seguono parole in corsivo (es. non limes! ma limes! non limes, ma limes,)
– i puntini di sospensione sono sempre tre e mai di più. E devono essere attaccati alla parola che li precede. Per es. ma…
– quando indicano l’espunzione di una parte di testo all’interno di una citazione vanno tra parentesi quadre seguite e precedute da uno spazio (eccetto nel caso in cui la parentesi di chiusura è seguita da un segno di interpunzione) (es. […].)
– tra due iniziali di nomi puntate non va nessuno spazio, ma fare attenzione che prima del cognome vi sia sempre uno spazio (es. J.J. Rousseau, non J.J.Rousseau)
– il trattino che unisce due parole deve essere sempre breve e senza spazi (es. socio-politica)
– per segnalare un inciso si utilizza il trattino lungo, preceduto e seguito da uno spazio ( – )
– il trattino lungo che segnala la chiusura dell’inciso può essere seguito dalla virgola, ma si omette davanti al punto fermo.

Utilizzare le virgolette alte (“ ” ) per:

introdurre battute di dialogo, riportare discorsi diretti, citazioni, scritte. All’interno di quelle alte le virgolette semplici (apici) ‘ ’.
Per inserire frasi o parole che interrompono una battuta si chiudono e si riaprono le virgolette.
“Accidenti a te e…” un lungo sospiro “anche a me”.

Se prima di riaprirle c’è un punto fermo, la parola dopo le virgolette ha l’iniziale maiuscola.

“Non andartene” urlò Mario. “Vieni qui”

N.B.1. Fare attenzione a non lasciare alcuno spazio prima dell’apertura e della chiusura delle virgolette.

N.B.2. Gli eventuali segni di interpunzione ( , . : ; ) vanno fuori dalle virgolette chiuse.

N.B.3. I segni di interpunzione particolari (? ! …) vanno dentro le virgolette e se sono alla fine della frase sono seguiti dal punto fermo dopo le virgolette chiuse.

La “d” eufonica

La congiunzione e e la preposizione a possono essere utilizzate nelle forme ed, ad quando si voglia evitare il contatto tra due vocali tra loro identiche (es. fiori ed erbe; ad amare). In tutti gli altri casi non usare la “d” eufonica.

USARE IL CORSIVO:

1) Termini stranieri. In questo caso il termine straniero utilizzato non segue tutte le sue normali declinazioni

N.B. Tuttavia il termine resta in tondo e non declinato quando si tratta di un forestierismo pacificamente accettato e ormai assimilato nell’uso (es. i leader, i goal, i film, ecc.).

2) Modi di dire (massime, ecc.) in lingue straniere (o morte).

Ad es.: tout court, rebus sic stantibus, kalòs kai agathòs.
È bene avanzare step by step.
Le cose procedevano con un continuo stop and go.

N.B. Vi sono però delle locuzioni di lingue straniere e/o antiche che sono entrate completamente nell’uso quotidiano della lingua italiana, e, alla stregua di forestierismi adattati, vanno in tondo (es. in primis, ex novo, in fieri). In caso di dubbio si può far ricorso a un buon dizionario di lingua italiana: le locuzioni che vi compaiono vanno considerate ormai come locuzioni a tutto titolo italiane.

3) Titoli di libri, nomi di riviste, singole storie a fumetti e graphic novel, film, opere d’arte, trasmissioni televisive (esclusi i telegiornali: Tg1, Tg2, Tg3, Studio Aperto…), teatrali o musicali italiane o in lingue straniere.

USARE IL TONDO TRA VIRGOLETTE:

1) Articoli di giornale o rivista
2) Ogni riferimento a titoli di capitoli del testo, per es. “La propaganda”.

 

Ordinamento delle note e delle note bibliografiche. Indicazioni bibliografiche

– Le note devono essere messe a piè di pagina con l’apposito strumento del programma di scrittura (non vanno mai poste a fine capitolo con il riferimento/apice posto in modo manuale)

– Le note seguono la numerazione araba e sono composte in tondo, senza il punto dopo il numero

– La numerazione inizia da 1 in ogni capitolo

– Gli apici di nota precedono sempre i segni di interpunzione, sia nel testo che nell’infratesto, e sono sempre esterni alle parentesi (o alle caporali) a meno che non siano relative esclusivamente al loro contenuto o all’ultima parola.

I riferimenti bibliografici nel testo prevedono il cognome dell’autore senza iniziale, a meno di omonimie, e l’anno di pubblicazione in lingua originale dell’articolo o del libro, senza essere separati dalla virgola: per esempio (Lambert 1972); nel caso di due autori (Lambert e van Montfort 1999); nel caso di più autori, si cita il primo seguito da et al. (Smith et al. 2001); se si citano più articoli dello stesso autore et al. nello stesso anno, gli articoli vanno inseriti con anno e lettera minuscola; nel caso di più citazioni, i vari autori col relativo anno di pubblicazione vanno separati da virgola (Lambert e van Montfort 1999, Smith et al. 2001).

La bibliografia alla fine del lavoro:

Deve essere elencata in ordine alfabetico, indicando il cognome e l’iniziale del nome dell’autore (in caso di più autori di tutti gli autori) seguito dal punto, seguito dall’anno di pubblicazione in lingua originale, per esempio Lambert P.V. (1972). L’ordine alfabetico vale per un autore e per due autori, quando gli autori sono più di due la sequenza diventa per anno di pubblicazione. Per i libri, indicare il titolo in corsivo, la casa editrice, il luogo di stampa e, in caso ci si riferisca a un’edizione diversa dall’originale, l’editore, la città e l’anno di pubblicazione dell’edizione di riferimento. Per esempio: Bucci W. (1997). Psychoanalysis and Cognitive Science. Guilford, New York. Tr. it. Psicoanalisi e scienza cognitiva. Fioriti, Roma 1999. Per gli articoli, indicare il titolo, il nome della rivista in corsivo abbreviato o per esteso, il volume, il numero del fascicolo, la numerazione delle pagine. Per esempio: Scott J. (1995). Psychotherapy for bipolar disorder: an unmet need? British Journal of Psychiatry 167, 3, 581-588. Quando si cita un lavoro (per es. un capitolo) all’interno di un volume si riporta in questa maniera: Alanen Y.O. (1980). In search of the interactional origin of schizophrenia. The Stanley R. Dean Award Lecture. In C.K. Hofling e J.M. Lewis (a cura di) The Family, Evaluation and Treatment. Brunner/Mazel, New York, 285-313.

– Ivi (in tondo) si utilizza per indicare la stessa opera a cui si riferisce la nota precedente specificando però il diverso numero di pagina preso in considerazione.

– Ibidem (in tondo) si utilizza per indicare stessa opera e stessa pagina a cui si riferisce la nota immediatamente precedente.

– Infra (in tondo), associato al numero di pagina, si utilizza per indicare un argomento già citato all’interno dell’opera che si sta leggendo

– Cit. (in tondo) si usa per indicare una citazione tratta da un libro che è già stato citato; segue il titolo e sostituisce la casa editrice e la data. È seguito solitamente dal numero di pagina. È sempre preferibile non utilizzare le espressioni op. cit., art. cit., che possono generare confusioni

– Quando l’indicazione bibliografica fa riferimento a più pagine di un’opera si utilizzeranno le classiche diciture (p. / pp.; sg. / sgg.)

– Libri stranieri: edizione originale e, nel caso in cui sia disponibile, indicazione della traduzione italiana (separata da un punto)

Yourcenar (1974). Mémoires d’Hadrien. Gallimard, Parigi. Tr. it. Memorie di Adriano. Einaudi, Torino 1988.

Citazioni e note

1) Le citazioni brevi (entro le tre, quattro righe di testo) si inseriscono nel discorso tra virgolette.

2) La prima parola all’interno delle virgolette è maiuscola dopo i due punti ( : ), ma minuscola se la citazione continua un discorso ancora aperto.

3) Se la citazione è più lunga va staccata dal resto del testo andando a capo, ed evidenziata con un a capo sopra e uno sotto. In questo caso si eliminano le virgolette.

Varie

1) Abbreviazioni

avanti Cristo: a.C. (senza spazio dopo il primo punto)

centimetro: cm (non puntato; meglio non usarlo in contesto discorsivo)

citato/i: cit./citt.

chilogrammo/i: kg (non puntato; meglio non usarlo in contesto discorsivo) chilometro/i: km (non puntato; meglio non usarlo in contesto discorsivo) confronta: cfr.

dopo Cristo: d.C. (senza spazio dopo il primo punto)

eccetera: ecc. (non etc.), non deve essere preceduto dalla virgola (nel senso di et cetera), ecc. figura/e: fig./figg.

gradi centigradi: °C

junior, senior: jr, sr (non puntato) millimetro: mm (non puntato) seguente / seguenti: sg. / sgg.

capitolo/i: cap. / capp.

volume/i: vol. / voll.

dall’inglese: Mr / Mrs (non vanno puntati). dal francese: M. / Mme / M.elle

nota dell’autore: [NdA] nota del curatore: [NdC] nota del traduttore: [NdT] numero/i: n./nn.

pagina/e: p. / pp. (con uno spazio tra il punto e il numero di pagina, non p.34)

senza data: s.d. senza editore: s.e. senza luogo: s.l.

traduzione italiana: tr. it. (fare attenzione che ci sia uno spazio dopo il punto: non tr.it.)

3) Date

– Secoli: XX secolo o Ventesimo secolo

– Età della Storia (a/b): Rinascimento, Medioevo, ma Età antica o Età moderna (A/b).

– Date generiche: gli anni Ottanta, l’anno 1980, l’80, il Sessantotto, il Settantasette, il Settecento (non “il’700”), 28 febbraio 1971, lunedì 15 maggio, la guerra del ’15-18, ecc.

N.B. L’indicazione di singolo anno può essere data a tutte cifre (1980), o in forma abbreviata preceduta da apostrofo (l’anno ’80). Quando l’anno è preceduto da articolo o preposizione non si ripete l’apostrofo (l’80).

4) Numeri

– si cerca di scioglierli in lettere quando non sono cifre esatte

– vanno con i numeri arabi quando sono troppo lunghi o cifre non esatte

– nei numeri da quattro cifre in su si mette il punto dopo le prime tre cifre da destra

Esempi:

c’erano ventimila persone, quarantaquattro, centoventi, tremila, 987, 1.241, 23.560, 989.435

N.B. È fondamentale la coerenza interna nel singolo libro.

5) Ex non deve essere seguito dal trattino.

6) se stesso non sé stesso

Norme generali

– È consigliabile attenersi alla massima uniformità all’interno del testo riguardo all’uso di corsivi, maiuscole, abbreviazioni ecc.

– Se si usa Word, si suggerisce di lavorare avendo sempre attivo il pulsante “mostra/nascondi” (¶) in modo da

poter controllare eventuali doppi spazi, spazi prima della punteggiatura, ecc.

– Curare scrupolosamente l’accentazione delle parole straniere.

– Fare attenzione alla punteggiatura: la virgola non separi mai soggetto e verbo, o verbo e complemento oggetto.

– Fare attenzione che tutte le parentesi e le virgolette aperte siano anche chiuse.

– L’articolo italiano che accompagna una parola straniera deve essere del genere e del numero richiesto dalla lingua originale.

Dopo i puntini spaziare… non prima.

In italiano i decimali sono indicati dalla virgola e non dal punto (per es. 0,3). Al contrario le migliaia sono indicate dal punto e non dalla virgola (per es. 10.000).

Quando i termini stranieri vengono usati in italiano non seguono le regole della lingua di appartenenza (per es. i caretaker non i caretakers).

La prima volta che si usa un’abbreviazione o un acronimo deve essere spiegato per esteso in ogni capitolo, dopo possono essere usati da soli.

Usare l’apostrofo ogni volta che è possibile. Per es., da evitare accuratamente la esperienza, mettere l’esperienza.

I riferimenti bibliografici nel testo prevedono il cognome dell’autore senza iniziale, a meno di omonimie, e l’anno di pubblicazione in lingua originale dell’articolo o del libro: per esempio (Lambert 1972); nel caso di due autori (Lambert e van Montfort 1999); nel caso di più autori, si cita il primo seguito da et al. (Smith et al. 2001); se si citano più articoli dello stesso autore et al. nello stesso anno, gli articoli vanno inseriti con anno e lettera minuscola; nel caso di più citazioni, i vari autori col relativo anno di pubblicazione vanno separati da , (virgola) (Lambert e van Montfort 1999, Smith et al. 2001). La bibliografia alla fine del lavoro deve essere elencata in ordine alfabetico, indicando il cognome e l’iniziale del nome dell’autore seguito dall’anno di pubblicazione in lingua originale, per esempio Lambert P. (1972). L’ordine alfabetico vale per un autore e per due autori, quando gli autori sono più di due la sequenza diventa per anno di pubblicazione.

Per i libri, indicare il titolo in corsivo, la casa editrice, il luogo di stampa e, in caso ci si riferisca a un’edizione diversa dall’originale, l’editore, la città e l’anno di pubblicazione dell’edizione di riferimento. Per esempio: Bucci W. (1997). Psychoanalysis and Cognitive Science. Guilford, New York. Tr. it. Psicoanalisi e scienza cognitiva. Fioriti, Roma 1999.

Per i capitoli di un libro seguire questo esempio: Belsky J. (1999). Modern evolutionary theory and patterns of attachment. In J. Cassidy e P.R. Shaver (a cura di) Handbook of attachment: Theory, research, and clinical applications, pp. 141-161. Guilford, New York. Tr. it. La moderna teoria dell’evoluzione e gli stili di attaccamento. In J. Cassidy e P.R. Shaver (a cura di) Manuale dell’attaccamento, I ed., pp. 161-181. Fioriti, Roma 2002.

Per gli articoli, indicare il titolo, il nome della rivista in corsivo, il volume, il numero del fascicolo, la numerazione delle pagine. Per esempio: Blass R.B., Simon B. (1994). The value of the Historical perspective to contemporary psychoanalysis: Freud’s ‘Seduction Hypothesis’. Int J Psycho-Anal 75, 677-694.