Description
Lo studio dei disturbi di personalità nel bambino e nell’adolescente è, per le discipline psichiatriche, abbastanza recente. Per certi aspetti si è cominciato a parlare sui disturbi di personalità nel bambino prima che si definisse con chiarezza quando si poteva parlare, con certezza, di una personalità nel bambino. Questo fatto può sembrare discronico, ma non è incongruo o incoerente, a pensarci bene. Se la personalità è, anche e specialmente, l’organizzazione funzionale delle caratteristiche individuali, è abbastanza sensato che le organizzazioni più marcate (precocemente rigide) o più atipiche (meno mobili) emergono prima di quelle più sfumate perché più elastiche e trasformabili. Gli studi sul temperamento infantile sono ben noti. Ci sono bambini molto attivi, bambini mediamente attivi e bambini pochissimo attivi, sin dai primi giorni di vita. Va ricordato che per attività si deve intendere sia l’attività motoria, sia l’attività percettiva sia l’attività di regolazione e mediazione interattiva con l’ambiente. Fatte queste precisazioni, la tavola combinatoria delle differenze individuali risulta già molto più modellata e più piena di caselle, di quanto i luoghi comuni facciano intendere. I passaggi dai quadri temperamentali del neonato ai caratteri è una vera e propria storia di vita, anzi secondo alcuni (un po’ mitologici) l’unica credibile storia di vita. Dal temperamento si arriva al carattere attraverso la storia delle interazioni, delle etichette emozionali, dei conflitti, dei vissuti in qualche modo agiti e dei vissuti, però pericolosi, in qualche modo repressi, travisati o mistificati.
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