Parole chiave: paternalismo, diritti, disposizioni anticipate di trattamento, dialogo aperto, decisioni condivise, essere con.
Quaranta anni fa, molte persone che uscivano dalle istituzioni manicomiali potevano contare sul supporto dei professionisti, che assumevano un ruolo di tutela attiva dei diritti di cittadinanza di queste persone, mettendo in secondo piano la dimensione della “malattia”. Questo profilo paternalistico (che può essere riassunto nella formula del “fare per”) si è mantenuto, molto spesso, anche per le persone che accedono ora ai Servizi nati con la Riforma. Tale profilo entra sempre di più in conflitto con i nuovi diritti di cittadinanza, che si sono andati affermando nell’ultimo decennio (in particolare, con il diritto ad essere soggetti attivi nelle decisioni che ci riguardano, sancito dalla recente legge sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento).
L’articolo prende in considerazione la complessità della transizione verso una psichiatria “post-paternalistica”, che implica un passaggio dal “fare per” al “fare con” (o, meglio ancora, “essere con”). Alcuni approcci, tra cui quello del Dialogo Aperto, sembrano essere in grado di favorire questa transizione verso pratiche più democratiche di piena condivisione delle scelte.