Alle origini dell’autismo. Il ruolo dimenticato di George Frankl

14,00

Filippo Muratori e Valeria Bizzari

ISBN

978-88-98991-90-7

pagine

96

Descrizione

Perché, dunque, un altro testo sull’autismo?

Innanzitutto per dare voce a uno psichiatra che, per motivi storici e probabilmente anche politici, è rimasto finora nell’ombra, e che invece sembra abbia offerto, molti anni fa, un’analisi della condizione autistica che appare ancora oggi innovativa e illuminante. Georg Frankl: ebreo, costretto a fuggire negli Stati Uniti, lasciò Vienna e la clinica dove aveva lavorato per anni nelle mani di un giovane medico, Hans Asperger, che sarebbe diventato uno dei cardini della storia della diagnosi di autismo.

Negli Stati Uniti, George Frankle fu il primo a segnalare a Kanner la perdita del contatto affettivo nell’autismo; e se il suo lavoro non fosse rimasto nascosto, forse tutt’oggi avremmo una visione diversa di questa condizione.

Il secondo motivo per cui abbiamo ritenuto importante scrivere questo volume è la peculiarità della prospettiva congiunta con cui si è approcciato il tema dell’autismo. Sebbene i due autori appartengano, infatti, a due “scuole” molto diverse – la clinica e la filosofia – lo scambio di prospettive è avvenuto con grande naturalezza: il rigore della scienza e l’utilità della filosofia si sono illuminate a vicenda in un costante dialogo. D’altra parte, se si vuole ancora parlare di autismo come “perdita o disturbo del contatto affettivo”, è necessaria un’analisi complessa e attenta alle sfaccettature della vita emotiva, per la quale una prospettiva univoca sembra limitante e insufficiente.

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