La vergogna è il sentimento del limite e della finitezza. Compare laddove l’uomo percepisce la miseria del proprio essere impotente e senza difese, avvertendo il mondo interno come pericolosamente incline al disfacimento e alla rivelazione, e quello relazionale come dominato da uno sguardo denudante e impietoso. È l’affetto, legato all’inganno dell’illusione dell’onnipotenza, che lascia sprofondare in sotterranei inaccessibili la verità ultima che si vorrebbe fuggire: l’irremissibile debolezza, evanescenza e caducità dell’esistere umano.
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