Numerosi studi hanno affrontato il problema del possibile approccio psicofarmacologico al disturbo borderline di personalità. Nonostante ciò, per quanto l’efficacia di alcune terapie risulti ampiamente suffragata dai risultati ottenuti nelle diverse ricerche, ancora oggi non esiste un trattamento farmacologico di elezione per questa patologia. La causa di tale difficoltà risiede, con ogni probabilità, nella complessità stessa del quadro psicopatologico, laddove convivono, in un corollario unico, domini sintomatologici svariati e spesso riferibili ad una costellazione di altre patologie di interesse psichiatrico, sì da generare nel clinico la grande difficoltà di scegliere un protocollo terapeutico tale da associare alla massima efficacia il minor numero possibile di effetti collaterali. Lo scopo di questo lavoro è quello di illustrare lo stato dell’arte circa la gestione farmacologica del disturbo borderline di personalità e quanto ancora necessario per abbattere i limiti imposti da questa patologia all’utilizzo degli psicofarmaci. Per rispondere, dunque, al quesito se sia possibile o meno un utilizzo razionale degli psicofarmaci nel trattamento del soggetto con disturbo borderline di personalità, sarà presentata un’ampia discussione sull’efficacia di tutte le molecole attualmente utilizzate in questo difficile campo della patologia psichiatrica e di quelle che ancora rimangono ad uno stadio puramente sperimentale del loro corso di utilizzo.[:]
Categoria: No 4 - Dicembre - 2004
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